Co-sleeping: pro e contro di dormire con mamma e papà

Verena

Scritto da: Chiara

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L’abitudine di far dormire i bambini con i genitori un tempo era molto più diffusa, ma negli ultimi anni la pedagogia ha spesso demonizzato o disapprovato questa consuetudine. In realtà, il co-sleeping non è così diseducativo come si può pensare. Infatti, è un argomento di dibattito che fa ancora discutere il mondo accademico per le sue implicazioni sulla qualità del sonno e non solo. Dunque, da un lato c’è chi approva i bambini che dormono nel lettone e chi invece disapprova.

 

Co-sleeping: cos’è

 

A proposito di come riuscire a dormire bene, una delle cose più naturali in famiglia è il co-sleeping. Questa parola indica il dormire nello stesso letto del bambino con la mamma o con entrambi i genitori. Per questa esigenza è nata la cosiddetta culla co-sleeping, utile specialmente per i primi mesi di vita, quando il neonato ha bisogno di essere allattato diverse volte al giorno. Possiamo dire che tutti i bimbi hanno bisogno di dormire con la mamma, anche solo per avere quel contatto fisico per loro indispensabile. Dormire insieme è una tradizione molto diffusa in tutte le culture, mentre in quella occidentale è ormai quasi in disuso. Questo perché molti hanno timore che il bambino possa legarsi troppo alla madre, diventando poi un’abitudine difficile da eliminare quando sarà più grande. C’è poi chi ritiene che il lettino co-sleeping possa portare le mamme a dormire poco o comunque a ridurre ancor di più le già poche ore di sonno.

 

Bambini che dormono nel lettone: vantaggi e svantaggi

 

L’utilizzo di una culletta co-sleeping può essere una scelta più o meno vantaggiosa. Tra i pro del co-sleeping c’è senza dubbio il fatto che favorisce l’allattamento materno, grazie appunto alla vicinanza fisica tra madre e figlio. Inoltre, è un ottimo modo per risolvere il problema di come dormire meglio nei primi mesi di vita del piccolo. Infatti, ci sono bambini molto tranquilli di notte e altri che si svegliano frequentemente. Invece con il co-sleeping è più semplice gestire i risvegli notturni, senza doversi alzare. Per quel che riguarda gli aspetti negativi, alcune scuole di pensiero ritengono rischioso il co-sleeping per i bambini sotto i 6 mesi, i quali rischierebbero di essere schiacciati dai genitori nel sonno. C’è poi chi pensa che possa essere dannoso per l’autonomia del bambino che sarebbe poi troppo legato ai genitori. Su questo aspetto educativo la scienza è abbastanza combattuta, ma al di là dell’opinione sulla culla co-sleeping, è sempre bene avere un materasso per bambini che possa comunque rendere il sonno dei più piccoli sicuro e piacevole.

 

Co-sleeping: sì, ma su materassi di qualità

 

Chi ha problemi a dormire spesso ricorre alla polisonnografia ed altri tipi di test per i disturbi del sonno. Ma la polisonnografia come funziona? È poco invasiva e va a monitorare battito cardiaco, respirazione, attività cerebrale e ossigenazione nelle ore notturne. Chi ha forme lievi di insonnia può più semplicemente scegliere di sostituire il materasso. .Un ottima soluzione è il materasso memory foam Emma Original. Questo materasso è disponibile in versione singola, matrimoniale e una piazza e mezza ed ha un’altezza di 25 cm. All’interno è composto da uno strato di memory foam, più un inserto in schiuma HRX ed un altro in schiuma Airgocell® a celle aperte.

Molto vantaggioso è pure il materasso Emma One, il quale è spesso 18 cm ed ha un’imbottitura a 7 zone di portanza differenziata che garantisce un ottimo supporto per schiena, spalle e collo. La fodera esterna rimovibile è lavabile in lavatrice ed è costruita per essere traspirante.

Per finire, è disponibile il materasso a molle insacchettate Emma Hybrid Premium che riesce a coniugare la praticità delle molle e del memory foam. Internamente c’è uno strato di molle alte 12,5 cm che servono a mantenere il materasso ben arieggiato ed immune all’umidità.

 

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