Lo smaltimento materasso è un argomento delicato e importante. Oggi, mai come in passato, smaltire un materasso vecchio nel modo corretto è assolutamente fondamentale. Troppo spesso, infatti, si vedono nei vicoli, agli angoli delle strade, vicino ai cassonetti o addirittura nei boschi materassi abbandonati senza ritegno. Oltre a contribuire a creare un’immagine di degrado, sono rifiuti che possono portare parassiti, muffe, animali e agenti patogeni. La legge italiana è molto chiara al riguardo: i materassi vecchi devono essere smaltiti in modo corretto, rispettando il Codice dell’Ambiente. Per chi contravviene a queste regole sono applicate diverse sanzioni pecuniarie. Cerchiamo quindi di fare chiarezza sulla prassi corretta da seguire per lo smaltimento materasso.
La durata materassi dipende da molteplici fattori: qualità dei materiali compositivi, attenzione e riguardo nella manifattura, manutenzione regolare e continuativa, pulizia meticolosa, ecc… Con il passare del tempo, però, tutti i materassi, anche quelli di ottima qualità, si deteriorano e devono essere cambiati.
La vita media di un materasso si aggira attorno agli 8-10 anni. Con il tempo e l’utilizzo giornaliero sui materassi si creano bozzi, protuberanze e avvallamenti. La qualità del sonno e del riposo diminuisce, il colore perde di intensità, si creano macchie e il materiale compositivo perde traspirabilità ed inizia ad emanare cattivi odore. A quel punto il prodotto deve essere cambiato. Quando il sostegno fornito non è più sufficiente a garantire un’elevata qualità di riposo, è il momento di guardare oltre.
La legge parla chiaro quando tratta di smaltimento materasso: sono oggetti considerati rifiuti ingombranti. Proprio per questo motivo, per smaltirli, non è possibile abbandonare semplicemente il materasso vicino o in prossimità di un cassonetto dell’immondizia nella speranza che gli operatori ecologici lo recuperino.
Il modo giusto per disfarsi di un materasso vecchio ed usato è quello di rivolgersi ai servizi del proprio comune di appartenenza. Basta chiamare gli operatori ecologici di riferimento e fissare con loro un appuntamento per il ritiro del prodotto usato. Ogni materasso vecchio consegnato presso il gestore comunale per il trattamento dei rifiuti ingombranti subisce una riduzione volumetrica. Questo significa che il materasso prima subisce un compattamento e, se si tratta di un materasso a molle insacchettate, anche della rimozione delle parti metalliche.
Le componenti che possono essere riciclate subiscono quindi le lavorazioni necessarie a recuperare il materiale. Le parti che invece non possono essere recuperate sono trasportate direttamente alla discarica più vicina e utilizzate come combustibile negli impianti di termoventilazione.
Anche un materasso di qualità, alla fine, va sostituito. Che si tratti di un Emma Original, piuttosto che di Emma One, alla fine del proprio ciclo vitale, il prodotto deve essere correttamente smaltito e sostituito con uno nuovo.
Abbiamo visto che il modo corretto per farlo è rivolgendosi ai servizi ecologici del proprio comune. Vietato, in modo più assoluto, scaricare il materasso da qualche parte in giro per città, campagne o boschi.
Esistono comunque delle alternative allo smaltimento comunale, soluzioni piuttosto artistiche. I materassi possono infatti avere anche una seconda vita, se gestiti come oggetti d’arte: arte del rifiuto! Una volta seguiti i vari step su come pulire il materasso, questo può essere “riconfezionato”, per modo di dire, in installazioni artistiche.
Lo sa bene Lor-K, un artista di strada francese che trasforma i materassi scartati in gigantesche sculture di cibo. L’artista ha passato sei anni della propria carriera a trasformare la spazzatura di strada in effimere sculture urbane. Per il suo ultimo progetto, "Eat Me", ha trasformato una serie di materassi scartati in allettanti caricature di pizza, torte, sushi, waffle e altre prelibatezze. L’attenzione dell’artista si è rivolto soprattutto ai materassi proprio perché sono, purtroppo, molto facili da trovare bordo strada abbandonati al proprio destino.
In una passata intervista l’artista ha detto: “Creare cibo con ciò che sprechiamo, alla fine è una metafora del nostro ciclo di consumo. È un modo per sensibilizzare le persone sullo spreco".
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